Campo di Sopravvivenza
Nel week end dal 22 al 24 di Novembre sotto l’acqua copiosa di quei giorni, dieci ragazzi sportivi, dai 13 ai 18 anni hanno vissuto un’esperienza unica e indimenticabile come da loro dichiarato, il campo di sopravvivenza.
Perché tutto questo? Facciamo un piccolo passo indietro.
Siamo Elisa e Simona Cori creatrici di Simeli Concept, due Mental Coach impegnate nella crescita personale, professionale e sportiva delle persone. Il nostro scopo è quello di aiutare l’individuo a trovare le risorse e creare un piano strategico per raggiungere i propri obiettivi. Oggi per ottenere risultati di successo occorre avere capacità che permettano di navigare in un mare sempre nuovo in continua trasformazione e, se non sei in grado di farlo rischi di annegare e fallire.
Noi di Simelì Concept siamo in grado di guidare i nostri clienti come una bussola capace di arrivare nel punto preciso desiderato, invece di perdersi.
E’ sempre più evidente come la parte mentale nel lavoro e nello sport necessiti di professionisti che sappiano allenare mente ed emozioni.
Questa esperienza nasce proprio dalla volontà di spingere un gruppo di atleti, nostri clienti, difronte a situazioni avverse per dare modo di ampliare la visione delle proprie capacità e accedere a tutto il potenziale di cui sono dotati, perché a volte l’avversario più duro da battere è dato dalle aspettative, insicurezze, paure, poca stima di sé e cattiva comunicazione.
Il primo passo è stato quello di lasciare ai genitori orologio e cellulare, per iniziare a dare ascolto al proprio corpo al ciclo biologico e comprendere il piacere del parlare, dialogare e confrontarsi insieme all’altro. Siamo entrati nella Riserva di Michele Lupoli, sopranominato il “Guru” dai ragazzi, il quale ha spiegato i componenti e come montare le tre tende da campo. Armati di torce, unica fonte di luce, sono stati capaci di montarle in poco più di due ore. Il passo successivo è stato quello di accendere il fuoco, necessario per riscaldarsi e cucinare. Dotati di coltello, acciarino e iuta, è iniziata la lunga notte, visto che alle cinque del mattino sono riusciti ad accenderlo e hanno cucinato il primo piatto caldo.
Questo passo è stato uno dei fondamentali, perché ha dato loro modo di comprendere come a volte cambiare diventi complesso quando si è sotto stress, il morso della fame che avevano e la stanchezza, quindi, come anche in gara ripetere lo stesso schema e attacco non sia funzionale, mentre adottando delle strategie capaci di farti rimanere lucido, aperto al cambiamento siano fondamentali al raggiungimento dell’obiettivo. La mattina seguente alle otto erano tutti svegli e pronti a fare la legna per alimentare il fuoco che doveva rimanere acceso. Hanno lavorato la creta creando una ciotola dove bere. Altro passo importante, perché con il freddo e l ‘umidità bisognava continuamente manipolarla, quindi hanno lavorato sulla pazienza, sulla resilienza e sulla costanza.